La valle dell’Inferno
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La valle dell’Inferno
Alle falde del Vesuvio, tra il 1881 e il 1937, sorsero una serie di bocche eruttive e svariate cupole laviche che determinarono la morfologia (e poi il nome) di questa incantevole vallata. La Valle dell’Inferno separa l’ex vulcano Monte Somma dal più giovane e famoso Vesuvio e oggi è in parte invasa dalle lave dell’ultima eruzione del 1944, colonizzate dal lichene del Vesuvio, una specie endemica dai riflessi argentati. Lungo il cammino si ammirano bellissime formazioni vulcaniche, come i dicchi, i crepacci lavici e le cosiddette lave a corda, ed un’ampia veduta sui Monti Lattari, il Golfo di Napoli e l’Agro Nocerino.
“Ieri sono salito sul Vesuvio: la più grande fatica che abbia fatto in vita mia. La cosa diabolica è arrampicarsi sul cono di cenere. Forse entro un mese tutto ciò sarà cambiato”
STENDHAL
La Valle dell’Inferno è un luogo di contrasti. Qui la natura prima ha distrutto con forza inarrestabile e poi ha ridato vita con generosità travolgente. Siamo su un vulcano quiescente e ricco di una vegetazione così particolare da dare vita a un ecosistema unico. Durante le stagioni si alternano orchidee, ginestre, papaveri, valeriane che crescono su un terreno molto fertile ed ospitale per tantissimi animali. Sarà la mescolanza di colori tenui e forti, sarà il passato tragico che il suo stesso nome evoca, in contrasto con il silenzio e con l’armonia che oggi la valle infonde, ma si tratta di uno dei percorsi più suggestivi del Parco Nazionale del Somma-Vesuvio.