Andar per conventi: San Gregorio Armeno, San Domenico Maggiore e Caponapoli
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Andar per conventi: San Gregorio Armeno, San Domenico Maggiore e Caponapoli.
“Eppure, quando mi sorprendo a sognare, sapete quale aspirazione trovo nel fondo della mia anima, qual è l’immagine nella quale essa si bagna e si riposa? Un convento seicentesco napoletano, con le sue bianche celle e il suo chiostro, che ha nel mezzo un recinto di aranci e di limoni, e, fuori, il tumulto della vita fastosa e superba che batte invano alle sue alte muraglie”. Così, Benedetto Croce descriveva uno dei monasteri più antichi e sorprendenti della città partenopea, quello di San Gregorio Armeno, che include anche la chiesa con le reliquie di Santa Patrizia. Ma il cuore di Napoli è ricco di insule religiose, vere e proprie cittadelle che hanno segnato l’evoluzione culturale della città. Tra queste il Complesso duecentesco di San Domenico Maggiore, una suggestiva esperienza che attraversa 8 secoli tra arte, storia, cultura e fede, un luogo unico dove hanno lasciato traccia da San Tommaso d’Aquino a Giordano Bruno e Tommaso Campanella, da Tiziano a Michelangelo da Caravaggio, da Raffaello a Giuseppe de Ribera, da Tino di Camaino a Francesco Solimena, da Luca Giordano a Luigi Vanvitelli, Domenico Vaccaro, Cosimo Fanzago, Mattia Preti e una moltitudine di altri artisti noti e meno noti. Il percorso terminerà a Caponapoli, acropoli dell’antica Neapolis ed oggi “collina sacra” per la presenza di numerosi siti religiosi, tra i quali il Monastero delle Trentatrè e quello di Regina Coeli.